Il rischio rumore e il quadro normativo
Il rumore può creare problemi per lo più transitori durante l’esecuzione di determinate attività quotidiane, ma esposizioni durature e ripetute nel tempo possono provocare invece eventi irreparabili senza che il lavoratore se ne renda conto nell’immediato.
La gravità dell’effetto dipende dalla frequenza, dall’ampiezza dell’onda sonora e dalla durata.
Ad esempio, i suoni ad alto livello e a lunga durata sono i più fastidiosi e dannosi, mentre quelli ad alta frequenza sono i più rischiosi. I suoni intermittenti sono meno dannosi di quelli continui perché l’orecchio riesce a rigenerarsi nei momenti di silenzio, ma tendono ad essere i più fastidiosi a livello percettivo.
Il documento “Progettazione acustica e vibratoria di macchine e attrezzature per uso agricolo. Manuale operativo” elaborato dall’Inail riporta utili indicazioni sugli effetti dell’esposizione a vibrazione e rumore.
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Settore agricolo: gli effetti del rumore sui lavoratori
Alcune attività lavorative espongono quotidianamente l’operatore ad elevate dosi di rumore che possono rendere difficile la trasmissione e la percezione della parola o di eventuali segnali di allarme sonoro.
Per quanto riguarda gli operatori agricoli, gli effetti che si riscontrano sono: affaticamento uditivo, ipoacusia e abbassamento della soglia uditiva, che a seconda della gravità può essere di carattere transitorio o irreversibile.
Effetti secondari riguardano invece l’alterazione di altre funzionalità del corpo umano, come ad esempio il sistema nervoso o la psiche in generale, dando luogo a cefalee, stordimento, spossatezza e irritabilità con conseguente riduzione del rendimento.
I trattoristi sono i lavoratori del settore agricolo maggiormente esposti a tali malattie professionali.
In particolare, i trattori cingolati o gommati in assenza di cabina sono generalmente caratterizzati da valori di emissione più elevati dei limiti stabiliti dalla legge. Inoltre, i cingolati risultano più rumorosi dei gommati per le loro particolari caratteristiche tecniche.
Il quadro normativo
I limiti di esposizione sono definiti nel capo II del titolo VIII del d.lgs. 81/2008 e sono riferiti alle seguenti grandezze:
- Pressione acustica di picco (Ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea;
- Esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa di 8 ore;
- Esposizione settimanale al rumore (LEX,w): “valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per 5 giorni lavorativi di 8 ore.
L’esposizione settimanale al rumore viene utilizzata per la valutazione del rischio quando il lavoratore è esposto a livelli di rumore notevolmente differenti fra le diverse giornate lavorative. E la normativa, oltre a definire dei limiti sul valore di esposizione giornaliera, fornisce anche un limite sul livello di picco in quanto questo è significativo per la valutazione del rischio dovuto a un rumore impulsivo.
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