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CORONAVIRUS: LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO

CORONAVIRUS: LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO

Il contagio da Coronavirus impone alle aziende l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi per la presenza del nuovo rischio biologico

Il contagio del Coronavirus impone alle aziende l’aggiornamento del Documento di Valutazione del Rischio per la presenza del nuovo rischio biologico
Coronavirus: la valutazione del rischio biologico

In base al D.Lgs. 81/08, il Datore di lavoro, nella valutazione del rischio di cui all’articolo 17, comma 1, deve tenere conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare:

  1. della classificazione degli agenti biologici che presentano o possono presentare un pericolo per la salute umana quale risultante dall’allegato XLVI o, in assenza, di quella effettuata dal datore di lavoro stesso sulla base delle conoscenze disponibili e seguendo i criteri di cui all’articolo 268, commi 1 e 2;
  2. dell’informazione sulle malattie che possono essere contratte;
  3. dei potenziali effetti allergici e tossici;
  4. della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da porre in correlazione diretta all’attività lavorativa svolta;
  5. delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall’autorità sanitaria competente che possono influire sul rischio;
  6. del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati.

Inoltre, il documento deve essere integrato dai seguenti dati:

  1. le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio di esposizione ad agenti biologici;
  2. il numero dei lavoratori addetti alle fasi di cui al punto 1);
  3. le generalità del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
  4. i metodi e le procedure lavorative adottate, nonché le misure preventive e protettive applicate;
  5. il programma di emergenza per la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione ad un agente biologico del gruppo 3 o del gruppo 4, nel caso di un difetto nel contenimento fisico.

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Valutazione del rischio e misure di prevenzione e protezione

Indipendentemente dallo scenario di prima applicazione, alla data di redazione del DVR, è compito del Datore di lavoro, definire lo scenario di appartenenza dell’azienda al variare delle condizioni e individuare le opportune misure di prevenzione e protezione.

Tali scenari sono di seguito così identificabili:

  • Scenario 1 – Bassa probabilità di diffusione del contagio;
  • Scenario 2 – Media probabilità di diffusione del contagio;
  • Scenario 3 – Elevata probabilità di diffusione del contagio;
  • Scenario 4 – Molta elevata probabilità di diffusione del contagio.

Bassa probabilità di diffusione del contagio

In tale scenario, ipoteticamente ascrivibile a zone nelle quali non siano presenti, nell’intera provincia, conclamati casi di contrazione della malattia, il Datore di Lavoro ritiene, al minimo, di adottare le seguenti misure di prevenzione e protezione:

  • Informazione a tutti i lavoratori in merito al rischio;
  • Affissione, in uno o più punti visibili della sede di lavoro, di un opuscolo informativo in merito al Coronavirus;
  • Affissione, nei servizi igienici aziendali, nei pressi dei lavamani, nonché nelle mense e/o zone ristoro ove siano presenti lavandini, delle istruzioni grafiche per il lavaggio delle mani;
  • Stretto controllo sugli accessi esterni (intesi come fornitori e/o appaltatori), per la limitazione al minimo dei contatti con i propri lavoratori;
  • Allontanamento immediato dal lavoro di qualunque lavoratore manifesti sintomi ascrivibili a quelli del coronavirus e interdizione per lo stesso al rientro al lavoro fino ad accertata negatività rispetto al virus o a completa guarigione.

Media probabilità di diffusione del contagio

In tale scenario, ipoteticamente ascrivibile a zone nelle quali siano presenti, nella provincia, conclamati casi di contrazione della malattia o a tutti gli altri casi in cui si ritenga di definire “media” la probabilità di diffusione (in relazione allo stato dei fatti), il Datore di Lavoro ritiene, al minimo, di adottare le seguenti misure di prevenzione e protezione:

  • Tutte le misure indicate per Scenario 1;
  • Dotazione di dispenser distributori di igienizzante alcoolico per le mani agli ingressi aziendali, con cartello indicante la necessità di disinfezione delle mani all’ingresso presso la sede di lavoro (valido anche per l’ingresso di utenti esterni);
  • Uso di guanti in lattice monouso da parte dei lavoratori che debbano interagire con materiali/prodotti da scaffale, permanentemente esposti alla clientela;
  • Una attenta e puntuale valutazione delle eventuali ulteriori azioni da mettere in atto per lavoratori appartenenti a fasce di popolazione sensibili rispetto al rischio (minori, lavoratori oltre i 60 anni, lavoratori con nota immunodeficienza o che la dichiarino per la prima volta, avvalorandola con atti).
  • Dotazione di disinfettanti per superfici a base alcoolica e panni di carta usa e getta, al minimo per le postazioni/uffici destinati ad accogliere utenti esterni;
  • Limitazione al minimo indispensabile di attività di front office nei confronti di utenti esterni: si preferiranno, ove possibile, gestioni telefoniche. Ove non possibile, saranno valutate opzioni di front office con predilezione delle postazioni munite di vetro di protezione.

Elevata probabilità di diffusione del contagio

In tale scenario, ipoteticamente ascrivibile a zone nelle quali siano presenti, nelle limitrofe città, conclamati casi di contrazione della malattia o a tutti gli altri casi in cui si ritenga di definire “elevata” la probabilità di diffusione (in relazione allo stato dei fatti), il Datore di Lavoro ritiene, al minimo, di adottare le seguenti misure di prevenzione e protezione:

  • Tutte le misure indicate per Scenario 2;
  • Predisposizione di cestini dedicati per la raccolta di fazzoletti usa e getta ed altri similari utilizzati per l’espulsione di liquidi biologici (soffi nasali, saliva ecc.), da smaltirsi poi alla stregua di rifiuti biologici;
  • Accurata valutazione di concessione di modalità di lavoro quali smart working, telelavoro ecc.;
  • Fornitura, ai soli lavoratori interessati ad attività di front-office, di maschere facciali filtranti di categoria FFP2 o FFP3, marchiata EN 149.
  • Messa a disposizione di mascherine monouso di tipo chirurgico (ovvero prive di filtro) per tutti gli accessi esterni, mediante predisposizione di un dispenser agli ingressi delle sedi di lavoro.

Molto elevata probabilità di diffusione del contagio

In tale scenario, ipoteticamente ascrivibile a zone nelle quali siano presenti, nella medesima città della sede di lavoro, conclamati casi di contrazione della malattia o a tutti gli altri casi in cui si ritenga di definire “molto elevata” la probabilità di diffusione (in relazione allo stato dei fatti), il Datore di Lavoro ritiene, al minimo, di adottare le seguenti misure di prevenzione e protezione:

  • Tutte le misure indicate per Scenario 3;
  • Dotazione di mascherine come descritte in Scenario 3, con le modalità definite in Scenario 3, per tutti i lavoratori;
  • Valutazione della possibilità di sospensione dell’attività, nei limiti di legge e fatto salvo la libera iniziativa imprenditoriale nel caso privato e la esecuzione di servizi essenziali e di pubblica utilità nel caso pubblico e privato.

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